Di conseguenza egli può distanziarsi daqueste strutture nel presente e, insieme al terapeuta, valutare la loro eventuale
irrazionalità.
L’assessment cognitivo e il cambiamento sono interdipendenti. Il
cambiamento che ne deriva può essere, come ho già detto, superficiale oppure
profondo.
Le tecniche cognitivo-comportamentali (1983, 145-60) possono essere
usate per modificare le strutture superficiali e per identificare le strutture
profonde.
Il primo passo consiste nel proporre al paziente degli “esperimenti” in cui
possa verificare la verità/falsità delle sue aspettative circa l’ambiente e le
conseguenze personali del comportamento problematico o dell’evitamento
del comportamento stesso. Spesso, infatti, il comportamento problematico è
una strategia per evitare altri comportamenti.
Solo quando sono state evidenziate le strutture più superficiali si può
passare ad analizzare le strutture profonde a cui esse sono riconducibili. Per
mettere in discussione queste strutture il terapeuta può usare delle tecniche
basate “sul dibattito logico e sulla sfida (challenge) logica”. Queste tecniche
consentono al paziente di liberarsi dalle sue convinzioni erronee circa sé
stesso e gli altri. A questo stadio della terapia il paziente è in grado di
conoscere la natura episodica di queste convinzioni. Scopre così che non c’è
una ragione, ne logica ne psicologica, per considerarle ancora valide. Il
paziente è ormai pronto a costruire nuove teorie più adattive. Per far ciò il
terapeuta deve creare assieme al paziente dei nuovi esperimenti da realizzare
nelle situazioni di vita reale, che lo aiutino a sviluppare queste nuove
strutture.
La strategia terapeutica prevede (Liotti, 1986, 109-115), nel caso di una
cambiamento strutturale, una modificazione che riguarda innanzitutto i
modelli rappresentativi della realtà, quindi le convinzioni relative al Sé ed
infine dei modelli operativi dell’attaccamento.
1.6 L’evoluzione del modello evolutivo-strutturalista
Il modello presentato originariamente da Guidano e Liotti non è rimasto
invariato nel corso degli anni. Dal 1985 in poi, entrambi gli autori hanno
sviluppato in modo autonomo il modello originario.
Guidano ha radicalizzato le posizioni costruttivistiche e si è interessato
soprattutto agli studi sul Sé.
Liotti si è occupato soprattutto di studiare l’attaccamento e gli altri sistemi
comportamentali interpersonali, fondando l’A.R.P.A.S. (Associazione per la
Ricerca sulla Psicopatologia dell’Attaccamento e dello Sviluppo).
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Il modello evolutivo strutturalista di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti
di Alessandra Pace
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