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Il modello evolutivo strutturalista di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti

di Alessandra Pace

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Un’ulteriore espressione di questa radicalizzazione costruttivistica è la tesi che sostiene la natura relativistica della razionalità. Essendo ogni persona il fulcro della sua teoria del mondo, la razionalità non può essere riferita alle categorie “vero/falso” e alle leggi della logica classica. La razionalità coincide con le regole tacite, gli schemi emozionali e i processi di pensiero che forniscono coerenza interna al significato personale (1991,72). In altre parole, ogni persona ha una logica privata, che non può essere messa in discussione attraverso un dibattito che segua le “logiche” classiche. Se non esiste una logica unica o una realtà oggettiva verso cui tendere, che senso ha la terapia? A questa domanda l’autore risponde (1988b, 326-331) affermando che la terapia ha lo scopo di modificare gli assunti disfunzionali, ma non perché siano irrazionali, bensì perché essi rappresentano delle soluzioni inadeguate per le circostanze attuali. Il cliente scoprirà, così, che le convinzioni da lui costruite sono basate su eventi del passato e che, essendo di natura episodica, non c’è ragione né logica né psicologica per cui esse debbano essere considerate come aventi un valore assoluto. In altre parole, lo scopo della terapia non è cambiare la logica del paziente per sostituirla con la logica, più “corretta”, del terapeuta, ma è far sì che il paziente riconosca, comprenda e concettualizzi meglio la propria verità. La terapia perciò, non è un momento di incontro pedagogico, ma una collaborazione esplorativa che aiuta il cliente a conoscere gli assunti taciti, derivanti dall’attaccamento, a partire dai quali egli crea la sua realtà esperienziale. Solo a partire da questa scoperta, la persona sarà in grado di elaborare autonomamente altri schemi, più funzionali. Essendo il nucleo tacito di natura emozionale (1991, 60-71), nessuna conoscenza e nessun processo di cambiamento, anche quello terapeutico, può avvenire senza coinvolgere l’emozionalità. Dato che il pensare può cambiare i pensieri e solo il sentire può cambiare le emozioni, i processi di cambiamento implicano necessariamente nuove esperienze emozionali da aggiungere ai temi affettivi nucleari. Il coinvolgimento emozionale deve riguardare anche il terapeuta, il quale riesce così a attivare nel cliente le condizioni per l’autoreferenzialità. Da quanto detto finora, risulta evidente che la lettura evolutivostrutturalista che Guidano sostiene attualmente, è pervasa da un atteggiamento costruttivistico radicale.