Infine, una differenza sostanziale si ritrova nel modo di considerare la
terapia. Per Guidano la terapia non è un processo in cui il terapeuta può
stabilire delle mete ideali di natura motivazionale a cui far tendere il paziente,
intese come delle realtà oggettive che egli è chiamato a riconoscere e a
condividere. La meta della terapia è la congruenza tra i livelli taciti ed
espliciti, al fine di produrre narrazioni più ampie e articolate della propria
esperienza. Per Liotti la terapia deve essere ispirata a una norma funzionale
che è generale. Questa norma è basata sul funzionamento di sistemi
motivazionali innati, i quali sono universalmente presenti negli uomini.
Queste norme non sono realtà oggettive imposte dall’esterno, ma sono insite
nella natura umana. Anche il significato delle emozioni è da ricondurre al
sistema motivazionale attivo nella persona nel momento in cui esse sono
sperimentate. Perciò la relazione terapeutica ed i processi di cambiamento
vanno letti all’interno delle linee guida tracciate dall’azione dei sistemi
motivazionali interpersonali. Solo in questa prospettiva vanno lette le
esperienze emozionali correttive.
Conclusioni
Nel modello evolutivo-strutturalista emerge una visione dell’uomo come
scienziato che costruisce attivamente la teoria di sé nel mondo,
un’organizzazione di costrutti che può essere paragonata al programma di
ricerca di Lakatos.
Home
- Articoli sul Costruttivismo
Il modello evolutivo strutturalista di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti
di Alessandra Pace
pag. 34 di 37