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Psicoterapia cognitiva sistemico-processuale e ciclo di vita individuale

di Vittorio Guidano
si ringrazia il dott. G. Cutolo per la concessione del materiale

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Ai tempi di Bacone il tramite per la conoscenza era essenzialmente sensoriale; Bacone formulò questa tesi empirista dicendo: "i sensi non mentono", i sensi sono in fondo una specie di fotografia istantanea della realtà, rappresentazione di quest'ordine immutabile e valido per tutti che sta fuori di noi. Con il circolo di Vienna, siamo agli inizi del Novecento, arriviamo alle formulazioni non più su base percettivo-sensoriale dell'empirismo, ma piuttosto alla "punta di diamante "dell'empirismo, al razionalismo. Il circolo di Vienna cui apparteneva Wittegenstein (ne fece parte lo stesso Popper all'inizio della sua carriera) è la punta di diamante dello sviluppo del razionalismo europeo. Questo ordine esterno immutabile, univoco per tutti, che Bacone equiparava ad un ordine sensoriale, nel razionalismo del cognitivismo ortodosso tradizionale è diventato un assioma, o meglio, un insieme di assiomi razionali secondo la logica formale. Questi assiomi riproducono un ordine immutabile in cui è già contenuto il senso delle cose; sempre con l'aspetto che la conoscenza individuale, la conoscenza umana, è un qualcosa che viene dall'esterno verso l'interno, un qualcosa che viene sempre ricevuto. L'essere umano, l'organismo è sempre e comunque in qualche modo passivo, è un "recollettore", come dicono gli inglesi, nel senso che la conoscenza gli viene da fuori, si stratifica e lui al massimo la ordina. Naturalmente in questa ottica l'unico modo di poter valutare la validità di un dato di conoscenza è quello che si realizza attraverso un criterio di corrispondenza, quando si misura il dato di conoscenza in questione con l'ordine degli assiomi razionali, logici, standardizzati, assunti ad essere l'ordinamento di base del mondo. Su questo tema della corrispondenza, potremmo vedere le ripercussioni in ambito psicopatologico: pensate ad esempio se il tema della corrispondenza viene applicato al problema "normalità, nevrosi e psicosi" come ad un criterio per misurare quello che viene ritenuto un modo dì essere "normali", un comportamento canonico e basico che dovrebbe rispecchiare la maggioranza degli esseri umani. In questa ottica le terapie cognitive tradizionali venivano condotte così: mentre si parlava con il paziente che mostrava il suo problema, si faceva un elenco dettagliatissimo di quelli che venivano chiamati "Believes" irrazionali. Già identificare i believes irrazionali significava misurare quello che il paziente diceva con questo set esterno e astratto di assiomi di base. Per questo se uno riferiva che si era arrabbiato e pestato a sangue con la moglie a quaranta anni, si diceva che a quaranta anni uno non fa queste cose, questa era una convinzione irrazionale che veniva identificata subito e poi corretta. Il famoso metodo di “ristrutturazione razionale sistematica” (che è una parola molto elegante), in realtà consisteva in scontri dialettici notevoli, terapie prevalentemente persuasive in cui veniva favorito, sempre con parola molto elegante, quello che veniva chiamato il metodo socratico.