Home - Articoli sul Costruttivismo

Breve introduzione al costruttivismo post-razionalista.

di Luigi Sardella

pag. 3 di 4
Dal momento che il processo di conoscenza si caratterizza e si sviluppa dalla continua interazione dell’uomo con il sistema a cui appartiene, allo stesso modo è lecito supporre che anche la conoscenza di se stessi segua le stesse vie; come afferma Guidano: <> (Guidano, 1992).

In questo senso l’uomo (sistema conoscitivo individuale) è concepibile come un continuo processo di attribuzione di significati derivabili dalla relazione in atto e dalla struttura percepita delle relazioni passate. Il Sé passa dall’essere definibile da un insieme di attributi psicologici, come lo intendevano gli psicologi classici, ad essere concepito come un ‘processo’ in continua relazione con il mondo e con se stesso. Ecco perché Guidano può affermare che il Sé ed il significato personale sono “due facce di una stessa moneta”. Con ciò si introduce anche un secondo elemento di riflessione: il Sé, lungi dall’essere definito nei suoi attributi base dalla biologia del soggetto, è ‘costruito’ nella dimensione relazionale ed è plastico alle continue nuove interazioni tra il soggetto e gli altri, quindi esso è storico e attuale allo stesso tempo.

Questo è uno dei concetti più interessanti del nuovo modo di intendere l’identità personale, in quanto solo considerando la personalità come un processo è possibile rendere conto della natura proattiva del comportamento umano. Noi siamo influenzati da ciò che siamo stati, da ciò che siamo e da quello che pensiamo diventeremo; i nostri sogni, le nostre illusioni e le nostre speranze influenzano quindi il nostro essere nel mondo tanto quanto il nostro passato. Secondo Guidano il Sé si dipana dalla continua interazione tra il Me, inteso come il ventaglio ‘coerente’ di rappresentazioni passate che abbiamo di noi stessi, e l’Io che è il me stesso presente e attuale. In realtà però l’Io non è semplicemente la percezione di sé stessi nel momento attuale, esso va oltre a questa concezione piuttosto statica in quanto ciò <<… che esperisce e agisce è sempre unpasso avanti rispetto alla valutazione in corso della situazione>> (Guidano, 1992).

L’idea che abbiamo del nostro possibile futuro dovrebbe quindi essere percepita non come un sottoprodotto della nostra esperienza passata e presente ma come parte del processo in continua interazione. Ciò che rende attuale ed esperienzialmente percepibile questo contino processo è principalmente l’esperienza emotiva. Il ruolo centrale delle emozioni nel processo organizzativo della nostra esperienza appare evidente sia che lo si osservi in una visione evolutiva sia che lo si osservi in una prospettiva ontogenetica.