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Il modello evolutivo strutturalista di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti

di Alessandra Pace

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1.1 Il contesto teorico di riferimento del modello evolutivostrutturalista
Liotti e Guidano, sono partiti inizialmente da posizioni comportamentiste, integrandole progressivamente con i principi delle terapie cognitive classiche e della teoria cognitiva costruttivista. Come spiega Liotti (1986, 92), dalle terapie cognitive classiche riprendono l’ABC e il concetto di convinzione irrazionale, dalla Terapia Razionale Emotiva di Ellis. Dalla Terapia Cognitiva di Beck riprendono il principio dell’esistenza di relazioni tra schemi sopraordinati e schemi periferici, i pensieri automatici e il concetto di distorsione cognitiva. Questi elementi vengono, però, inseriti in un approccio che dà un valore maggiore alle emozioni, come forma di conoscenza, e sottolinea il ruolo dell’interazione nello sviluppo delle organizzazioni conoscitive e nella psicopatologia. Il modello evolutivo-strutturalista fa parte dei modelli terapeutici costruttivisti (Gianoli, 1994, 213). Liotti e Guidano, rifacendosi ai principi delle teorie costruttivistiche e alla “teoria motoria della mente” di Weimer, sostengono che l’uomo costruisce attivamente e soggettivamente la propria rappresentazione del mondo, grazie all’elaborazione delle informazioni circa il sé e il mondo esterno, immagazzinate nella memoria. La struttura conoscitiva che ne deriva è contemporaneamente causa ed effetto dell’esperienza. Comprendere la persona coincide, in questa prospettiva, con la comprensione di come ella costruisce la sua esperienza e di come organizza le sue conoscenze. Al pari dei teorici dei costrutti personali, gli approcci strutturalisti alla terapia cognitiva sono principalmente interessati all’organizzazione della conoscenza personale di sé e del mondo. Questa organizzazione viene descritta come un sistema gerarchico che si differenzia nel tempo, articolandosi in costrutti centrali, o superordinati, e costrutti periferici. I costrutti centrali, o superordinati sono quegli schemi che si situano ad un livello elevato della gerarchia delle conoscenze, rappresentano gli elementi costitutivi dell’identità personale e sono i più difficili da modificare. Infatti, attorno a questi schemi centrali si organizzano schemi periferici, che si modificano per consentire di assimilare le invalidazioni, senza modificare gli aspetti fondamentali della personalità. Questi schemi hanno un importanza minore all’interno del sistema conoscitivo e possono essere modificati con maggiore facilità. La modificazione e l’ulteriore elaborazione di schemi consente la progressiva articolazione del sistema conoscitivo, che diviene sempre più complesso. Il modello di Guidano e Liotti si differenzia dagli approcci costruttivisti precedenti, in quanto da maggiore rilievo alla traiettoria evolutiva che plasma la conoscenza che la persona ha di sé e del mondo e, soprattutto, perché introduce la teoria dell’attaccamento di Bowlby in un modello cognitivo-comportamentale.