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L'inquadramento nosografico dei disturbi psicosomatici

di Nicola Lalli

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Mendeleev. Ma credo che questo sia impossibile per la Psichiatria, perché sono implicati non solo fenomeni biologici e naturali, che possono avere una certa ripetitività, ma soprattutto fenomeni psichici e storici, che in genere ripetitivi non sono. Pertanto bisognerà accettare che ogni sforzo nosografico in Psichiatria mostrerà sempre uno scarto, una impossibilità a raccogliere tutti i dati psicopatologici. Questo non vuol dire però rinunciare al progetto e accontentarsi di una semplice descrizione dei fenomeni, come fa il DSM-IV. Ritengo che la nosografia psichiatrica possa avere la pretesa di ordinare i dati, secondo un criterio teorico di riferimento che deve rappresentare una sorta di reticolo, all'interno del quale sistemare i vari fenomeni psicopatologici. Rispetto a quella medica la nosografia psichiatrica presenta due peculiari difficoltà inerenti sia l'oggetto dell'osservazione che la distanza dell'osservatore. Fattori che diversamente valutati possono cambiare radicalmente l'impostazione nosografica. Intanto per quanto riguarda il primo punto dobbiamo chiederci cosa valutiamo e descriviamo. La malattia, le sindromi, le variazioni del comportamento, le persone con le loro varianti caratteriali, oppure solamente gli epifenomeni di sconosciute variazioni biologiche? Troppo spesso queste variabili non sono definite, o ancora peggio, sono sovrapposto tra di loro.