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Le tecniche dell'insegnamento gentile e della schermatura visiva nel controllo delle stereotipie

di J. Jordan - N.N. Singh - A.C. Repp
Tratto da Edizioni Erickson

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I limiti dell’insegnamento gentile La limitata efficacia dell’insegnamento gentile può essere dovuta alla natura delle sue componenti. La procedura dell’insegnamento gentile non utilizzava istruzioni verbali e richiedeva che la stereotipia venisse ignorata: questo permetteva ai soggetti che non rispondevano alle direttive gestuali, finalizzate al rimettersi sul compito, di indulgere nella stereotipia senza interruzione. Ciò è stato vero specialmente per Paul, che si abbandonava a sguardi fissi o vocalizzazioni stereotipate non incompatibili con il comportamento sul compito anche quando veniva sollecitato ad impegnarsi con guida fisica. In realtà, nella procedura dell’insegnamento gentile, la mancanza di conseguenze prestabilite per la stereotipia consentiva che questo comportamento continuasse a livelli relativamente alti e può aver addirittura permesso l’involontario rinforzamento della stereotipia quando venivano dati rinforzi per comportamenti appropriati (per esempio, per il comportamento sul compito) quando essi ricorrevano simultaneamente alla stereotipia. Per giunta, l’assenza di conseguenze preordinate per la stereotipia, diverse dall’ignorare tale comportamento, è suscettibile di non avere grande effetto su quel comportamento se esso è mantenuto da rinforzi che non sono sociali. L’attenzione sociale (interpersonale) risultò irrilevante rispetto all’esecuzione delle stereotipie da parte dei soggetti e, infatti, tutti mostrarono di preferire d’esser lasciati soli per dedicarsi alla loro attività prediletta, e cioè la stereotipia. Quindi, è tutt’altro che sorprendente il fatto che ignorare semplicemente la stereotipia produca scarsi effetti. In verità, i pochi studi in cui le tecniche di time out o di estinzione sono state utilizzate con successo con le stereotipie hanno dovuto in genere includere non soltanto una privazione di rinforzamento sociale ma anche di altri potenti rinforzatori intrinseci, derivati cioè dall’esecuzione stessa della stereotipia, come sensazioni, stimoli propriocettivi e simili (Harris e Wolchik, 1979; McKeegan, Estill e Campbell, 1984). Ciò suggerisce che l’insegnamento gentile può essere efficace soltanto con i soggetti il cui comportamento, compresa la stereotipia, è motivato dalla attenzione sociale. Benché non se ne parli nel presente studio, né lo abbiano mai sostenuto i fautori dall’insegnamento gentile, pensiamo sia imperativo che le future ricerche sull’insegnamento gentile siano basate su un’analisi funzionale del comportamento problema (Iwata, Dorsey, Slifer, Bauman e Richman, 1982), perché prevediamo che questo trattamento (in particolare nella sua componente più forte, l’estinzione sociale o la «non attenzione») non potrebbe avere successo se i comportamenti fossero mantenuti da fattori diversi dalle conseguenze interpersonali.