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Le tecniche dell'insegnamento gentile e della schermatura visiva nel controllo delle stereotipie
di J. Jordan - N.N. Singh - A.C. Repp
Tratto da Edizioni Erickson
pag. 17 di 26
I limiti dell’insegnamento gentile
La limitata efficacia dell’insegnamento gentile può essere dovuta alla
natura delle sue componenti. La procedura dell’insegnamento gentile non
utilizzava istruzioni verbali e richiedeva che la stereotipia venisse ignorata:
questo permetteva ai soggetti che non rispondevano alle direttive gestuali,
finalizzate al rimettersi sul compito, di indulgere nella stereotipia senza
interruzione. Ciò è stato vero specialmente per Paul, che si abbandonava
a sguardi fissi o vocalizzazioni stereotipate non incompatibili con il comportamento
sul compito anche quando veniva sollecitato ad impegnarsi con
guida fisica. In realtà, nella procedura dell’insegnamento gentile, la mancanza
di conseguenze prestabilite per la stereotipia consentiva che questo
comportamento continuasse a livelli relativamente alti e può aver addirittura
permesso l’involontario rinforzamento della stereotipia quando venivano
dati rinforzi per comportamenti appropriati (per esempio, per il
comportamento sul compito) quando essi ricorrevano simultaneamente
alla stereotipia. Per giunta, l’assenza di conseguenze preordinate per la
stereotipia, diverse dall’ignorare tale comportamento, è suscettibile di non
avere grande effetto su quel comportamento se esso è mantenuto da
rinforzi che non sono sociali. L’attenzione sociale (interpersonale) risultò
irrilevante rispetto all’esecuzione delle stereotipie da parte dei soggetti e,
infatti, tutti mostrarono di preferire d’esser lasciati soli per dedicarsi alla loro
attività prediletta, e cioè la stereotipia. Quindi, è tutt’altro che sorprendente
il fatto che ignorare semplicemente la stereotipia produca scarsi effetti. In
verità, i pochi studi in cui le tecniche di time out o di estinzione sono state
utilizzate con successo con le stereotipie hanno dovuto in genere includere
non soltanto una privazione di rinforzamento sociale ma anche di altri
potenti rinforzatori intrinseci, derivati cioè dall’esecuzione stessa della
stereotipia, come sensazioni, stimoli propriocettivi e simili (Harris e
Wolchik, 1979; McKeegan, Estill e Campbell, 1984). Ciò suggerisce che
l’insegnamento gentile può essere efficace soltanto con i soggetti il cui
comportamento, compresa la stereotipia, è motivato dalla attenzione
sociale. Benché non se ne parli nel presente studio, né lo abbiano mai
sostenuto i fautori dall’insegnamento gentile, pensiamo sia imperativo che
le future ricerche sull’insegnamento gentile siano basate su un’analisi
funzionale del comportamento problema (Iwata, Dorsey, Slifer, Bauman
e Richman, 1982), perché prevediamo che questo trattamento (in particolare
nella sua componente più forte, l’estinzione sociale o la «non
attenzione») non potrebbe avere successo se i comportamenti fossero
mantenuti da fattori diversi dalle conseguenze interpersonali.