Home
- Articoli sull'Infanzia e l'Adolescenza
Le tecniche dell'insegnamento gentile e della schermatura visiva nel controllo delle stereotipie
di J. Jordan - N.N. Singh - A.C. Repp
Tratto da Edizioni Erickson
pag. 18 di 26
Inoltre, anche due attuali teorie che riguardano l’eziologia e il
mantenimento della stereotipia suggeriscono la probabile inefficacia dell’insegnamento
gentile. Lovaas, Newsom e Hickman (1987) sostengono
che la stereotipia è una risposta operante che viene riforzata da rinforzi
percettivi, interocettivi o esterocettivi, prodotti automaticamente. La scelta
del trattamento farebbe allora propendere per procedure che:
a) evitino che il comportamento problema sia seguito da quei rinforzatori
intrinseci,
b) forniscano gli stessi rinforzatori per un comportamento incompatibile,
c) facciano seguire dei «costi» (punizioni blande) al comportamentoproblema.
Un’altra teoria (Lewis, Baumeister e Mailman, 1987) suggerisce addirittura
che la stereotipia abbia una base neurobiologica e che il trattamento più
efficace dovrebbe essere basato su «... informazioni e metodi che provengono
dalle neuroscienze». Lo sviluppo del bonding
Anche i risultati riguardanti l’occorrenza del bonding (o, più genericamente,
l’interazione prosociale) si sono rivelati interessanti. Il bonding
occorreva a bassi livelli, e non c’erano differenze tra i diversi trattamenti
benché esso fosse stato presentato come obiettivo e risultato dell’insegnamento
gentile (McGee et al., in corso di stampa). In realtà il bonding ricorse
in tutte le condizioni di trattamento (compreso l’insegnamento diretto su un
compito) per David, non fu rilevabile per Kevin, e si manifestò, con Paul,
nelle ultime fasi in cui veniva applicata esclusivamente la schermatura
visiva. Che il bonding si verificasse in condizioni di trattamento che
contenevano una procedura avversiva non deve sorprendere, perché tali
incrementi di interazioni prosociali sono ormai ben documentati (Newsom,
Favell e Rincover, 1983).
Si potrebbe però obiettare che la rapida alternanza di trattamenti e
operatori può aver precluso lo stabilirsi del bonding ad un livello clinicamente
significativo. La decisione di alternare gli operatori fu presa per
controllare le possibili differenze nella efficacia terapeutica dei due operatori,
differenze che potevano contribuire al successo di una particolare
condizione di trattamento. Quantunque si possa sostenere che questa
decisione abbia interferito con il manifestarsi del bonding, il fatto che il
bonding sia ricorso sia per David che per Paul a livelli simili con entrambi
i loro operatori dovrebbe sedare questo tipo di preoccupazioni. Tuttavia,
deve ancora essere dimostrato chiaramente se con un solo operatore e
valendosi di un solo trattamento si produrrebbero livelli più considerevoli di
bonding.