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Le tecniche dell'insegnamento gentile e della schermatura visiva nel controllo delle stereotipie

di J. Jordan - N.N. Singh - A.C. Repp
Tratto da Edizioni Erickson

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indipendente può essere criticata come divergente dagli ideali proposti dai suoi fautori. L’aspetto del bonding è specifico al concetto di insegnamento gentile. C’è qualche interrogativo sul fatto che il bonding sia davvero una variabile dipendente (un effetto), come concettualizzato nel presente studio o se sia invece una variabile indipendente, nel qual caso si dovrebbe ammettere che questo studio, con i suoi bassi livelli di bonding riscontrati durante la fase di insegnamento gentile, non abbia incluso l’elemento basilare necessario per una corretta applicazione dell’insegnamento gentile. Il nostro presupposto è che il bonding sia una variabile dipendente, pensando al fatto che l’obiettivo dichiarato dell’insegnamento gentile è quello di «insegnare il controllo istruzionale che conduce al bonding» (McGee et al., in corso di stampa, capitolo 5). In questo senso il bonding è un effetto, un risultato della procedura di insegnamento piuttosto che un elemento interno alla stessa. Nel loro lavoro futuro, i fautori dell’insegnamento gentile potrebbero tentare di chiarire questo problema, fornendo una definizione operazionale di bonding, specificando i metodi di valutazione comportamentale per la quantificazione del bonding e delineando procedure che assicurino lo sviluppo del bonding quando esso non progredisce «automaticamente». Benché questo studio abbia un certo numero di limiti, a causa dei quali verrà probabilmente contestato, speriamo ugualmente che esso sia un impulso per ulteriori valutazioni e ricerche indipendenti basate sui dati. Le ricerche future dovranno definire in modo operazionale la procedura dell’insegnamento gentile. Solo le indagini ben controllate e basate sui dati ci porranno in grado di determinare quali sono le alternative più efficaci e meno avversive di trattamento per il controllo dei problemi comportamentali gravi.