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L'adolescenza: crisi psicologica o psicopatologia?
di Nicola Lalli – Agostino Manzi - Romana Panieri, 2005
pag. 21 di 43
3. 5. M. e M. E. Laufer
Per questi autori il processo adolescenziale verte sostanzialmente intorno a tre compiti
"evolutivi": il cambiamento nelle relazioni con gli oggetti adulti, il cambiamento nelle relazioni
con il gruppo di coetanei e, soprattutto, il cambiamento nella relazione con il proprio corpo
nel contesto dello stabilirsi dell'identità sessuale.
I Laufer ritengono che la crisi che si verifica nell'adolescenza è sempre collegata a un
disturbo nel processo di stabilizzazione dell'identità sessuale e nella relazione conflittuale che
l'Io stabilisce con il proprio corpo sessuato.
La patologia adolescenziale è dunque conseguenza di un "breakdown", di una rottura nella
continuità della rappresentazione del Sé.
Il breakdown costituisce in altri termini una vera e propria minaccia di rottura psicotica,
quasi permanente in adolescenza, che mette a rischio l'integrazione di un'immagine del corpo
fisicamente maturo all'interno della rappresentazione di sé, esprimendosi in un rifiuto
inconscio del corpo sessuato. Le pulsioni aggressive si intensificano e si rivolgono contro il
corpo sessuato ma anche contro il nuovo rapporto con gli oggetti interni che la
trasformazione puberale implica.
In sostanza la psicopatologia adolescenziale è sempre correlata a fattori che ostacolano
l'integrazione del corpo maturo nell'immagine corporea, ed è possibile valutarla in relazione a
tre parametri: l'estensione dell'influenza del breakdown sul processo di sviluppo, la natura
della distorsione del rapporto che l'adolescente ha con se stesso come persona matura,
l'indebolimento del legame con la realtà esterna.
In linea con queste formulazioni, si pongono le indicazioni al trattamento. Il compito
principale del terapeuta deve mirare alla comprensione della causa del breakdown, al fine di
rimettere in moto il processo evolutivo di integrazione del corpo sessualmente maturo,
consentendo all'adolescente di rivivere la "frattura" in seno al transfert.