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L'adolescenza: crisi psicologica o psicopatologia?

di Nicola Lalli – Agostino Manzi - Romana Panieri, 2005

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In questa fase la separazione quindi si limita, non solo nei confronti di situazioni interne, ma anche rispetto a situazioni ambientali. In fondo vuol dire accettare l’unicità del proprio ciclo biologico, separarsi dai genitori ed essere disponibile a poter diventare, eventualmente, genitore. c) L’adolescenza viene vissuta spesso come un mondo di totipotenzialità: l’adolescente in fieri sente che può diventare qualsiasi cosa. Questo spiega un fenomeno molto comune, come l’attaccamento momentaneo a diversi personaggi alla moda, eroi di una sola stagione, vissuti come esseri privilegiati e fortunati. E’ ovvio che man mano che l'adolescente prosegue nella sua storia, questo mondo "alla Peter Pan" finisce con il diventare sempre più improponibile. A volte questo passaggio viene vissuto positivamente: come scelta sicura, come scelta di vita professionale, affettiva, sociale. E diventa anche il momento dei grandi ideali che spesso sono abbracciati in maniera totale e con completa fiducia e fedeltà. Ma è necessario vivere ed elaborare questa perdita di totipotenzialità come lutto. d) Sicuramente nelle fasi precedenti ci sono state delle identificazioni. A scanso di equivoci, mi riferisco non alle “identificazioni mimetiche” frutto di introiezione di aspetti parziali dell’altro, bensì all’acquisizione di modelli, ideali, comportamenti di persone significative che hanno rappresentato per l’adolescente un sicuro e valido punto di riferimento. Ma l'adolescente deve soprattutto distaccarsi da probabili identificazioni genitoriali: è il momento in cui il padre diventa l’uomo adulto che può essere pari, perlomeno nelle potenzialità. Si passa così da una situazione di dipendenza ad una di parità, per giungere ad una situazione di autostima, che non dipende più dal giudizio degli altri. e) Tolleranza all'ambiguità. Una caratteristica dell’adolescenza è l’intolleranza verso le situazioni che non sono nettamente definite. Per l’adolescente, alla ricerca di nuovi valori, questi debbono essere assoluti ed intangibili. Il rapporto con la realtà non è mitigato dall’esperienza della realtà che può invece comportare possibili accettazioni di dinamiche anche non sempre chiare e definite. Non è tanto la difficoltà a comprenderle che mette in crisi l’adolecente, quanto la difficoltà ad accettarle.