Home
- Articoli sull'Infanzia e l'Adolescenza
L'adolescenza: crisi psicologica o psicopatologia?
di Nicola Lalli – Agostino Manzi - Romana Panieri, 2005
pag. 31 di 43
Accanto a queste problematiche che, una volta emerse, rappresentano una patologia grave,
ancora una volta è importante sottolineare quella vasta area adolescenziale che trova nel
vissuto corporeo una problematicità che si esprime come rifiuto del proprio corpo perchè
ritenuto brutto, o che si irrigidisce in schemi corporei idealizzati e quindi irragiungibili (la
magrezza assoluta per le donne, il corpo da atleta per il maschio) e si trasforma in vaghe
fobie ipocondriache o disturbi psicosomatici che rappresentano non solo un insorgente
malessere, ma anche una domanda di aiuto, semprechè venga data all’adolescente la
possibilità di porre una domanda.
6.3. Area relazionale
E’ ovvio che questa area coprirebbe sufficientemente tutte le altre: ci soffermermeremo
pertanto su situazioni molto specifiche.
Sicuramente le modalità relazionali sono strettamente legate alle modalità delle relazioni
familiari.
Conosciamo bene due modalità di relazioni familiari: quella invischiante o quella della falsa
autonomia. In ambedue i casi possiamo evidenziare un sostanziale rifiuto del bambino e
ancora più dell’adolescente, che lo costringe a separazioni traumatiche con traumatici ritorni,
o ad una fantasticata separazione che non avverrà mai o che avverrà solo per passaggio di
consegna.
E’ evidente che l’area relazionale è il frutto di tutta la storia del soggetto, però anche in
questo caso ci soffermeremo su quelle meno gravi. La difficoltà alla separazione è legata ad
una impossibilità di elaborazione del lutto, o a sensi di colpa dovuti ad un atteggiamento
fortemente invischiante dei genitori. Sappiamo come queste problematiche possono
manifestarsi come limitazione nei rapporti, o per reazione avversa, con tendenza ad una
32
promiscuità eccessiva, oppure con atteggiamenti fobici o con un blocco improvviso negli
studi.
Anche qui ci troviamo di fronte a comportamenti che esprimono un malessere: sono
adolescenti che richiedono aiuto, anche se spesso lo fanno in modo maldestro o aggressivo.
6.4. Progettualità e valori
E' stato prima evidenziato l’atteggiamento totipotenziale dell’adolescente e la necessaria
messa in crisi di questa dimensione.
Non sempre questa operazione riesce: in questi casi ci troviamo di fronte alla "sindrome di
Peter Pan", ad un adolescente che tutto sommato vuole tornare bambino.
Ma la problematica può nascere anche per la difficoltà ad abbandonare i valori acquisiti in
famiglia rispetto a nuovi valori che, seppur ritenuti più adeguati, vengono vissuti come troppo
contrastanti con quelli precedenti, determinando quindi un vissuto di tradimento o di scarsa
lealtà verso l’ambiente familiare.
Il conflitto può esprimersi anche come lotta contro l’autorità: se i nuovi valori vengono vissuti
come imposti egli rivive una situazione passata ed è probabile che finisca con l’assumere o
uno sterile atteggiamento di ribellione perenne o, per converso, una accettazione acritica di
situazioni dogmatiche e una riproposizione altrettanto dogmatica.
Se la situazione di dipendenza è eccessiva, se l’adolescente non scopre la possibilità del
"nuovo", valori come amicizia, lealtà, libertà, possono essere difficilmente acquisiti e
rimangono parole altisonanti, ma vuote. E’ evidente che c’è una stretta correlazione tra
autostima e capacità di assumere ed esprimere valori validi.