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L'adolescenza: crisi psicologica o psicopatologia?

di Nicola Lalli – Agostino Manzi - Romana Panieri, 2005

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Le situazioni sepradescritte bloccano più o meno completamente la progettualità: all’incertezza del futuro si preferisce un passato conosciuto. L’identificazione ed il conformismo diventano così scelte obbligate. E' evidente che ci siamo limitati a discrivere molto sommariamente e forse riduttivamente, la complessità del malessere e delle patologie meno gravi che l’adolescenza può evidenziare. Ma è nostra precisa intenzione proporre quelle situazioni di malessere meno evidenti e più nascoste, che spesso portano l’adolescente a presentare false richieste (al dietologo, all’internista, al pediatra ecc.) che, come un gioco a specchi, tendono a potenziarsi e a prolungarsi all’infinito. Invece è proprio a questa fascia di adolescenti che occorre fare attenzione affinchè una crisi psicologica di crescita, si trasformi in una crescita reale. Ma accanto al disagio psichico che può essere più o meno gestibile, spesso la crisi adolescenziale può trasformarsi in una chiara patologia. Dalla rottura psicotica al comportamento delinquenziale, dalla dipendenza da sostanze stupefacenti, al suicidio. 7. Il suicidio nell'adolescenza * L'adolescenza rappresenta, una transizione delicata e complessa: è pertanto comprensibile che questo passaggio possa comportare l'emergenza di psicopatologie diverse, per natura e gravità. Accanto a disagi psicologici più o meno superabili, possono evidenziarsi patologie molto gravi come l'anoressia, l'ebefrenia o la tossicomania. ??Il testo del paragrafo 7 è stato sviluppato da A. Manzi Per queste patologie rimandiamo ai rispettivi capitoli; in questa sede ci occuperemo invece di un'altra patologia grave, non solo per l'esito spesso irreversibile ma anche per l'elevata incidenza: il suicidio. I dati epidemiologici mostrano non solo che il suicidio è al secondo posto dopo gli incidenti stradali come causa di morte, ma anche che c'è un progressivo incremento. In Italia si passa dei 310 suicidi (di età compresa tra i 14 e i 24 anni) del 1989, ai 356 del 1992. In altre nazioni come la Norvegia e la Danimarca il tasso di suicidi si raddoppia, fino a triplicarsi in Irlanda.