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Lo scarabocchio: un'attività della mente.

di Rocco Quaglia

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L’attività grafica, come ogni altra attività ludica in genere, permette al bambino di mediare alcuni importanti rapporti affettivi tra mondo interno e mondo esterno, riproducendoli in un’area in cui la realtà viene corretta o controllata. Quando il tentativo di mediazione riesce, è possibile cogliere nel bambino un certo grado di soddisfazione. Ora i criteri della riuscita risiedono nei caratteri fisionomici della percezione del bambino, per cui le linee si animano e agiscono sugli oggetti, rappresentandoli nella loro dimensione affettiva. 2.3 L’uso ludico degli scarabocchi L’attività grafica assolve fin dai suoi inizi differenti funzioni, tra cui una funzione essenzialmente ludica. Ad Anna (2a,9m) piace molto giocare con le figurine. In un momento di pausa del suo gioco le viene chiesto di disegnare “Anna che sta giocando con le figurine” (fig.4). Dapprima la bambina traccia alcune linee verticali al centro del foglio (fig.4a) e, quindi, scarabocchia con grande sicurezza un ghirigoro intorno al primo tracciato (fig.4b). Le viene chiesto di indicare con il dito dove si trova Anna nel disegno. Senza esitare, Anna indica le linee verticali poste al centro del foglio. Alla domanda: “E queste altre linee, che cosa sono?”, Anna risponde: “È Anna che gioca con le figurine”. Ultimato il lavoro, la piccola viene invitata ad eseguire il disegno di Enzo, il compagno per lei meno simpatico, perché dispettoso. La bambina non esegue volentieri questo disegno (fig.5); dapprima traccia un gomitoletto di linee (fig.5a), quindi altre linee nella zona inferiore del foglio (fig.5b), senza porvi grande cura né attenzione. Alla domanda: “Dove si trova Enzo?”, Anna indica il gomitoletto al centro del foglio. Le vengono successivamente chieste spiegazioni riguardo le altre linee. La piccola risponde che quelle linee sono “Enzo che sta picchiando un altro bambino.” In entrambi i disegni si ritrovano dei nuclei di scarabocchi che raffigurano i soggetti e dai quali si dipartono delle linee che raffigurerebbero, nel primo caso, Anna che gioca (tracciato morbido e arrotondato) e, nel secondo caso, Enzo che sta andando “in giro, picchiando e facendo dispetti ai compagni” (tracciato decisamente marcato e angoloso). Fig. 4-Anna che gioca Fig. 5-Enzo che picchia Michele (2a,7m), all’invito di fare il disegno di se stesso mentre gioca (fig.6), traccia inizialmente delle linee spezzate al centro del foglio (fig.6a) e, quindi, impiegando una linea più leggera e arrotondata, allarga il suo scarabocchio (fig.6b). Alla richiesta: “Dov’è Michele?”, il bambino afferra il dito dell’esaminatore e lo passa dapprima sulla linea della figura 6a, e successivamente sull’intero scarabocchio, precisando che sta giocando allo “scatolino”, un gioco fatto con una piccola scatola. Individuato, insieme con il soggetto, un bambino , Michele esegue il disegno di Luca, il bambino cattivo che gli prenderebbe sempre le matite (fig.7). Michele ha eseguito tre scarabocchi sullo stesso foglio in successione: il primo (fig.7a) rappresenterebbe il di Luca; il secondo (fig.7b) sarebbe Luca che gioca insieme con Michele; il terzo (fig.7c) sarebbe, invece, Luca che sottrae le matite a Michele. In questo esempio si possono distinguere tre tipi di scarabocchi, diversi tra loro, e ognuno indicante la stessa persona in tre momenti diversi.