Manuel, 20 anni

25/01/2010

Timidezza
salve...la contatto perchè ho un problema che per altri che ne sono a conoscenza non è un problema serio ma per me lo è molto...il problema principale che ha causato e che tuttora crea molta sofferenza in me è l'incapacita di stare con gli altri...quando sto con gli altri mi succede che non riesco a dire una parola...non ho piacere a stare con gli altri e non voglio stare con gli altri perchè mi provocano ansia paura e irritazione proprio perchè nnon riesco a parlare insomma non riesco ad avere un rapporto semplice normalissimo come avevo fino a quando stavo bene....a 10 anni i miei genitori si sono separati..non l'ho presa molto male ma da quel momento il mio tempo era perlo piu stare con i genitori e oltre alla scuola non uscivo quasi mai con gli amici...molto ma dico molto poco...solo una settimana su tre avevo la possibilita di far venire a casa dei mie amici...piu passava il tempo e meno mi veniva la voglia di stare con gli altri...pero non avevo ancora que sta ansia questi sentimenti di irritazione questa mancanza di piacere quando stavo con qualcuno..piu passava il tempo pero e meno volevo stare con gli altri...poi piu o meno tre anni fa mi sono reso conto che non ero come gli altri ragazzi..gli altri volevano sempre stare tra di loro volevano uscire..io invece volevo stare sempre con mia mamma e non mi andava di stare con gli altri...perchè mi creava disagio e se volevo fare qualcosa magari non ero capace di dirlo...quindi ho iniziato a voler cambiare volevo diventare piu attivo e spingermi a stare con gli altri ma questo sforzo ha causato la mia sofferernza perchp quando capita di essere con qualcuno provo a sforzarmi di parlare ma non riesco e comunque capisco che non provo piacere e mi faccio dei problemi...non riesco a guardare le persone negli occhi e evito qualsiasi dialogo...non esco mai con nessuno e se mi chiedono di uscire non voglio mai andare perchèho paura forte delle conseguenze...penso che saro destinato a sta re cosi e questo è un colpo forte che mi fa capire che la mia vita non avra piu un senso...quando vedo gli altri che hanno degli amici e escono con tranquillita provando piacere io entro subito in crisi perchè vorrei provare anche io piacere a stare con gli altri e divertirmi con gli altri...che devo fare?...è bruttissimo per me la prego mi dia un consiglio...distinti saluti

Risposta dello psicologo

Innazi tutto mi scuso con tutti quelli che hanno scritto in questo mese per il ritardo con il quale sto rispondendo.
Risposta:
Caro Manuel, comprendo quanto quello che sta vivendo sia difficilmente comprensibile per le persone in generale, in realtà sono pienamente d’accordo con te quello che descrivi è un malessere profondo e molto serio, per fortuna anche alle cose serie c’è soluzione. Cominciamo con il ridefinire il problema in modo da cercare di capire meglio cosa ti succede. Affermi che non hai piacere a stare con gli altri, da ciò ne fai discendere una serie di conseguenze che sebbene sembrino pienamente logiche sono però tutt’altro che scontate. Tu dici “non ho piacere a stare con gli altri e non voglio stare con gli altri perché mi provocano ansia paura e irritazione perché non riesco a parlare…”. Pare evidente che quando stai in mezzo agli altri non ti senti a tuo agio, sembra chiaro che non sono gli altri a costringerti a sentirti a disagio tramite malversazioni o altro, appare evidente che quando stai con gli altri tu sei lì ma vorresti essere lì in modo diverso, insomma giochi un ruolo molto attivo nel tuo malessere negando a te stesso la possibilità che essere semplicemente te stesso, magari introverso e silenzioso, possa andare bene. È evidente che chiedi aiuto per due problemi distinti, il primo è, provo a sintetizzare, “Quando sono in gruppo provo paura e ansia, posso farci qualcosa?”. Il secondo è “Da molto, fin da quando ero piccolo, sono sempre stato timido, introverso, forse tutto è cominciato con la separazione dei miei, vorrei essere più sicuro nei rapporti e meno ansioso, cosa posso fare?”
Primo Problema. Per provare meno paura e senso di disagio prova a osservare gli amici che hai intorno come farebbe un estraneo che li guarda per la prima volta, prova a osservare i loro comportamenti, i modi di fare, non per comprendere meglio te stesso ma per comprendere meglio loro, conoscerli meglio, osserverai come “gli altri” da te ai quali ti riferisci non esistono, tu hai sviluppato una percezione del mondo come un monolite di esseri felici che si contrappongono alla tua infelicità, osserva meglio in modo più neutrale possibile e scoprirai che non è così. Non sono tutti diversi da te, sono tutti diversi da tutti e ognuno ha sue paure, ansie e preoccupazioni, magari meno visibili e accessibili, ma se osservi bene capirai cosa intendo. Quando sei con gli altri, non sforzarti di essere, tu sei in quanto esisti, se non ti piace una certa situazione forse non sei tu che va male, forse è la situazione che non fa per te. Non cercare mai di essere come qualcun altro, tu sei tu, unico, irripetibile e per questo speciale.
Secondo Problema. Le emozioni di ansia e paura sono direttamente collegate a quanto percepiamo che il mondo intorno a noi possa essere pericoloso per la nostra sopravvivenza fisica o mentale. Quando veniamo al mondo siamo dei piccoli esserini indifesi che hanno bisogno di protezione. Crescendo acquisiamo, grazie all’aiuto dei nostri genitori una certa sicurezza sulle nostre possibilità di farcela e sul fatto che il mondo diventa sempre meno pericoloso con l’accrescimento delle nostre competenze. Alle volte questo processo di accrescimento della proprio percezione di capacità, possibilità e sicurezza si inceppa e rimaniamo un pochino invischiati nelle nostre paure. Considera che il mondo nel quale vivi è certamente pieno di difetti e di malignità, ma anche di buone e bellissime cose, in fondo è da quando sei nato che ci vivi dentro e sei ancora qui. Il pericolo delle conseguenze di cui parli non è fuori di te ma dentro te stesso, sappi che quello che descrivi è molto più comune di quanto non sembri, che si supera da soli o con l’aiuto di qualcuno, ricorda che se vuoi crescere e progredire però non puoi partire dal presupposto che quello che provi è sbagliato o patologico, se il mondo ti sembra altro da te è stato per te utile in passato, ora vuoi altro per te stesso, allora riparti da te dalle cose che ti piace fare, da come sei fatto nei momenti belli e in quelli brutti, da cosa sopporti a fatica e cosa invece riesci a comprendere bene, accettati tutto quanto, conosciti più che puoi per quello che sei, diminuisci la distanza che hai messo tra ciò che sei tu e quello che vorresti essere, e se riuscirai a farlo sono certo che ti sentirai più sereno.
Cordialmente dott. Luigi Sardella