Sara, 20 anni

08/04/2009

Ansia, panico e paure.
mi vergogno pure a parlarne...
da circa 10 mesi soffro di attacchi di panico e depressione dopo un aborto avuto sotto effetto di uno spinello... da allora sono sotto cura da una psichiatra ke mi sta aiutando ad uscirne, ma cio ke mi fa stare male è ke adesso ho una paura assurda delle droghe,io ho paura che la maggior parte dei cibi siano fatti di sostanze stupefacent..nn so come ma la mia paura è incentrata maggiormente sulla cocaina forse perke mio cognato ne fa uso e allora mi sono fissata il problema ke m turba è ke dovrò passare le feste cn il mio ragazzo e cn mio cognato che come ho detto prima fa uso di cocaina, ed ho una paura folle di poter star male se ci dovesse essere qualcosa in makkina...io nn so ke fare da un lato mi voglio autoconvincere ke nn succederà niente ma dall altra ho troppa paura...a parte l unica volta quando ho abortito non ho avuto altri precedenti di questo genere..vi prego aiutatemi..io nn so piu che fare...ne ho parlato cn il mio ragazzo e lui c'è rimasto malissimo perke gli dispiace che io penso queste cose di suo fratello,alla fine io so che mio cognato nn farebbe niente di male,ma se per caso dovrebbe esserci qualcosa in macchina..io potrei sentirmi male?la mia paura piu grande è quella di perdere il controllo di me e di non capire niente...non posso nemmeno evitare di vederlo perchè il mio ragazzo per le feste dovrà scendere qui in sicilia con lui perke lavora fuori.mi aiuti

Risposta dello psicologo

Gentilissima Sara,
non si vergogni, non c'è nulla di cui vergognarsi, soffrire non è mai una colpa. Mi dispiace di non averle potuto rispondere prima, comunque provo a risponderle adesso sperando che le possa essere un pochino di aiuto. Consideri che avere paura delle droghe non è affatto sbagliato, sono molto più pericolose di come in realtà le persone considerano. Quello che le sta succedendo non è affatto inusuale; infatti dopo eventi traumaticicome quello che ha subito è abbastanza comune avere molta paura, paura che in certi casi aumenta fino a divenire panico. Mi scrive che ha paura di perdere il controllo, sensazione certo asiogena che però non va combattuta con un aumento di controllo ma cercando di accoglierla come una parte isopprimibile della nostra vita. Carissima Sara, deve sapere che spesso le paure che ci appaiono irrazionali non lo sono affatto; in questo momento lei sta cercando fuori di sé (nel cibo divenuto pericoloso, nel pericolo di essere "contaminata" da suo cognato) risposte che deve cercare dentro di sé. Lei ha perso un bimbo che porava in grembo, un evento del genere a volte ci fa cadere molte certezze su chi siamo e su cosa possiamo fare affidamento. Essere legati agli altri diventa una continua necessità, forse è anche per questo che le sue preoccupazioni coinvolgono le persone a lei vicino (come il suo fidanzato). Spesso le persone che soffrono di questi sintomi sentono la necessità di essere protetti da un pericolo imminente, e indipendentemente dal pericolo questo allerta le persone che gli vogliono bene che quindi, quando va bene gli si stringono intorno. Ho letto nella sua lettera che è già in cura da una psichiatra che sicuramente le potrà essere di molto aiuto se vorrà confidarsi con lei. Da soli è molto difficile uscirne, ma con l'aiuto della sua psichiatra sono certo che presto starà bene e questa esperienza le sarà addirittura utile a comprendere meglio se stessa e la rafforzerà per la sua vita futura.
Cordialmente dott. Luigi Sardella