Andrea, 22 anni
05/02/2010
Asocialità
Sono un ragazzo di 22 anni, che da quando andava alle medie è rimasto senza amici, causa mi prendevano in giro, e alla fine sono rimasto solo.
sono andato a lavorare e stavo bene anche solo, adesso però voglio degli amici, sono stanco di fare tutto con la famiglia, ma qui sorge il mio problema, credo di essere in parte asociale.
cioè cerco amicizie, purtroppo via chat, ma poi odio uscire di casa, eppure esco, per andare al lavoro o al supermercato, però non per fare amicizie dal vivo.
mia sorella mi invita ad uscire con lei, ma non conoscendo nessuno, declino sempre gli inviti.
spesso non sò nemmeno di cosa parlare o spesso mi limito ad ascoltare senza partecipare alle varie conversazioni.
mia mamma è oppressiva e adesso che ho "il permesso" di uscire anche con sconosciuti, non esco, per pigrizia, vergogna, non lo sò.
vorrei avere amici che mi conoscono da una vita, ma quel legame si crea appunto conoscendosi, ma come fare?
poi amo anche stare per conto mio, ma il troppo stroppia.
ho anche problemi di autostima, non amo il mio corpo, ci sono mille difetti e sopratutto ho paura del contatto fisico, cioè se mi toccano è un conto, però non riesco a toccare nessuno, e poi guai a farmi vedere nudo, cioè le parti intime per me sono un tabù.
sono gay, però mi sono accettato, i miei fanno finta di niente e qui non mi da fastidio, quando sarà ora ne parlerò io apertamente.
Cosa posso fare con combattere questo mio problema?
un misto di pigrizia/vergogna/asocialità.
Risposta dello psicologo
Caro Andrea, credo che si sta dando troppe spiegazioni errate sul suo tendere a evitare le difficoltà chiudendosi in una solitudine esistenziale che la fa soffrire molto. Consideri che il termine asociale in realtà non significa nulla, non esistono esseri umani asociali, esistono solo persone che per vari motivi non riescono a stare con gli altri. Nella sua lettera ci sono alcuni elementi che evidenziano una difficoltà personale che va ben oltre la difficoltà di socializzare, il tema sul quale dovrebbe cercare di farsi chiarezza è quanto lei si riesca ad accettare pienamente, è evidente che per lei è sempre stato complicato affrontare il disprezzo o la cattiveria altrui, rimanere però senza amici a 13 anni indica una grande insicurezza interiore, una difficoltà che sembra andare ben oltre la difficoltà di socializzare che ne è semmai una conseguenza. Pigrizia, vergogna e asocialità mi pare che non siano gli elementi sui quali lei si debba concentrare, io non la conosco personalmente e quindi per me un po’ difficile darle delle risposte esaustive, la invito però a riflettere su se stesso in modo leggermente diverso. Provi a pensarsi come una PERSONA, non una persona pigra, timida, asociale, lei è molto di più di tre aggettivi. Provi a interessarsi delle piccole cose, il sapore di un frutto, la bellezza di una filastrocca infantile, il piacere che da il calore del sole sulla pelle, riparta dalle piccole cose senza censure e senza troppi rimpianti, la vita va solo dal presente al futuro, il passato ci condiziona ma possiamo anche andare oltre. Consideri che lei ha solo 22 anni e che il suo destino sarà qualcosa che scriverà lei e che è tutto tranne che segnato. Se comunque non dovesse riuscire a sbloccarsi da solo, chieda aiuto ad un collega della sua città. Sono fiducioso che lei riuscirà a risolvere le sue difficoltà.
Cordialmente dott. Luigi Sardella