Giovanni, 60 anni

12/07/2010

Nuovi amori e figli
Egregio Dottore ho 60 anni, molto giovanile di aspetto e fisicamente in forma smagliante. Ho conosciuto una signora, vedova da solo 1 anno, cinquantasettenne; ci siamo perdutamente innamorati. Io ho due figlie grandi alle quali ho comunicato la situazione e la loro reazione è stata molto positiva. Lei ha un maschio ed una femmina, anch'essi grandi che sono allo scuro di tutto, anche se probabilmente hanno subodorato qualcosa. Lei vive in un paese relativamente piccolo (5000 abitanti) ed è una persona abbastanza in vista. Il problema è il seguente: Dirlo ai suoi figli o aspettare e rischiare che la notizia venga ad essi riportata da qualche altra persona? In ogni modo: quale deve essere l'approccio migliore per non creare problemi? in quale modo? con quali parole? Lei ha il timore che essi, visto anche il breve tempo trascorso dalla morte del padre se ne abbiamo a male e reagiscano in modo tale da compromettere il nostro rapporto. Ci serve un consiglio di una persona abituata a leggere la mente delle persone. Grazie

Risposta dello psicologo

Egr. sig. Giovanni, La lettera che mi ha inviato affronta un tema molto frequente, quando e come comunicare ai figli che si è cominciata una nuova relazione affettiva con un nuovo partner. Inutile dirle che dipende molto dall'età dei figli e dalle particolari necessità di ogni coppia. Per me è un pochino complicato essere preciso nel risponderle, dovrei sapere che cosa intende lei per "grandi", se hanno una vita affettiva stabile o meno, se vivono in casa con la madre. In linea di massima consideri che 1 anno non è molto ma non è certo poco, spesso i figli superano il lutto del proprio genitore prima di questo periodo, certo continuano a ricordare con dolore la morte del genitore, ma riprendono tutte o quasi le loro attività e anche il loro umore dovrebbe essere buono. L'età è molto importante, per il quesito che mi pone solitamente la fascia di età più critica è quella adolescenziale e quella dei primi anni dopo il diploma di maturità. Spesso è bene dire sempre tutto, anche se questo ci imbarazza, è altrettanto utile che a farlo sia la madre da sola, in modo da dare a loro lo spazio per interloquire con lei se vorranno farlo, ancora più importante è essere convinti di non avere nulla da rimproverarsi, amare non è mai una colpa, altrimenti il tono indeciso può essere vissuto dai figli come una richiesta di permesso che li porrebbe in una posizione difficile. La signora, posto che non ci siano altri problemi con i suoi figli, dovrebbe semplicemente lasciare fuori dalla discussione il padre defunto che non c'entra nulla, solitamente le difficoltà maggiori in queste faccende le fanno i figli delle donne e in particolare alcuni maschietti un pochino confusi sul loro ruolo nei confronti della madre, per questo gli adolescenti sono spesso più reattivi. Comunque sia non dirlo è una non scelta che costringe tutti a non essere liberi e questo forse è peggio di un bel conflitto che tenendo duro per qualche mese si può risolvere bene comunque, posto che conflitto debba per forza esserci. Spesso i figli ci possono sorprendere positivamente, se non abbiamo paura, le voglio raccontare quello che disse una bambina di 8 anni alla madre dopo l'ennesimo incontro deludente con il padre che non si è mai effettivamente curato di lei. La madre vedendola pensierosa durante il tragitto in macchina verso casa le chiese: <> <> <> <> Come a dire che è inutile prendersela e soprattutto che lui è lui e io sono io. Provate ad avere anche voi il suo atteggiamento, dovete solo dire una cosa che riguarda voi non chiedere il permesso. Sperando di esserle stato utile la saluto cordialmente.