Tiziana

23/03/2009

Amore e identità
Buongiorno, mi chiamo Tiziana ho 21 anni e attualmente studio per operatrice sociale d'infanzia. Ho vari problemi a livello psicologico perché le spiego brevemente la mia storia, a partire dall'infanzia. Sono la prima figlia (ho un fratello più piccolo), mio padre mi ha educata in modo molto autoritario, fin dall'elementari dovevo essere per lui la più brava della classe, sempre tutto in ordine, se cadeva qualcosa per sbaglio ad esempio l'acqua sul tavolo lui urlava, oppure se non prendevo ottimo a scuola mi metteva in castigo e così via. A 8 anni ho iniziato a giocare a calcio ero già un maschiaccio e questa cosa a mio padre non gli è mai andata giù, quando uscivamo insieme lui voleva che mi vestivo da "femminuccia" e io ho sempre rifiutato tutto questo, giocavo in una squadra maschile fino a 13 anni che sono andata nel femminile. Da li uscivo un po’ con le mie compagne di calcio e un po’ con le compagne di scuola, avevo tantissimi amici e ogni sabato pomeriggio (l'unico giorno che avevo la libertà d'uscita) ero sempre indecisa sulle persone con cui uscire. A 15 anni mi sono messa insieme a un pò di ragazzi il principale di cui vorrei parlare è un ragazzo che aveva 2 anni in più di me di cui ero presa, ci stavo bene ecc. Un giorno le ho confessato un mio segreto ( ero andata a letto con una persona più grande , io ne ero consapevole ero d'accordo ecc) lui è andato su tutte le furie e non voleva più che andassi a giocare a calcio e un giorno mentre eravamo a casa sua mi ha puntato il coltello in gola.. poi ci picchiavamo lui era un ragazzo molto aggressivo. Dopo di lui è nata una storia con una ragazza che era una mia compagna di calcio, prima eravamo tanto amiche, poi la nostra storia è nata per gioco, il primo bacio e poi l'innamoramento. E durata due anni, sono andata contro i miei genitori per stare con lei perché erano contrari alla storia, allora ho vissuto per un lungo periodo da mia nonna, tornando a casa ogni tanto, con lei stavo benissimo, finita la maturità per me, sono andata a lavorare con lei in un magazzino, io avevo studiato liceo linguistico aziendale, i miei vedevano per me una carriera da impiegata ecc. Ma ho deciso di lavorare l con lei nel magazzino nonostante le richieste in varie aziende. Il mio problema era soprattutto il vestire elegante e dunque ho preferito il magazzino e lei cioè la sua vicinanza. Dopo un anno e qualche mese dopo tanti litigi per la sua troppa gelosia, (lamentava il fatto che non sapessi rispondere con sicurezza alle avance dei ragazzi) tra cui un ragazzo del magazzino che mi guardava sempre, io amavo lei però a vederlo mi suscitava molto interesse e dunque mi bloccavo non riuscivo a rispondergli come magari avrebbe voluto lei. Fatto sta che mi lasciava continuamente e io sempre li a pregarla che volevo stare con lei, ma arrivata l'estate avevamo prenotato le vacanze con altre del gruppo suo io mi sono rifiutata di andare, perché lei mi trattava male e non sarei riuscita a divertirmi in sua presenza. Allora ho rivisto un amico del palazzo, oltretutto il ragazzo di una mia amica, e abbiamo deciso di andare insieme a Ibiza una settimana prenotazione last minute io e lui e ci siamo divertiti un sacco. Lei era sempre presente nei miei pensieri ma il divertimento era più forte! Tornati dalla vacanza, il mio amico decide di continuare la relazione con la mia amica e usciamo tutti insieme, quindi mi faccio un giro di persone etero, tra cui io ero l'unica single. Mi divertivo ma in un certo senso mi sentivo sola, allora verso settembre ho ricevuto una proposta lavorativa di animazione e sono partita per 4 mesi in montagna. Al ritorno ho continuato ad uscire con questo gruppo tra cui ho conosciuto meglio una ragazza che si è attaccata a me in una maniera un po’ strana, era fidanzata da 7 anni con il ragazzo e mi confessa che le piacevo, che aveva la curiosità di avere un'esperienza con me, e io non mi sono tirata indietro. Inizialmente era difficile vederla con il ragazzo mi sembrava di togliere un qualcosa ad un amico, e che soprattutto l'avrei solo presa in giro perché pensavo ancora alla famosa prima ragazza. Così sono partita per un'altra esperienza estiva 4 mesi sempre di animazione in Grecia. Tornata da li, era lo scorso dicembre, 2008, allorché ho dovuto prendere una decisione perché con l'animazione mi avevano proposto Sharm el Sheik, Messico o Bahamas però a quel punto ho dovuto riflettere cosa volevo veramente dalla vita avendo 21 anni e nessun lavoro fisso, mi mancavano tanto i miei genitori , con i quali nel frattempo avevo recuperato il rapporto e mi mancava tantissimo mio fratello. Allora avendo avuto esperienze con i bambini, ho deciso di studiare in una scuola privata per operatrice sociale d'infanzia, a livello autonomo con la prospettiva di aprire un miniclub. Nel frattempo la mia "corteggiatrice" era diventata la mia migliore amica, uscivamo sempre insieme, tante volte lei lasciava il ragazzo a casa per venire a ballare con me, conoscevamo i ragazzi nelle serate e il giorno dopo era una nuova avventura. Dopodiché il suo ragazzo , dopo 7 anni di fidanzamento la lascia, per un'altra, lei soffre ma non troppo perché aveva me ed ero io quello che voleva. Allora vuoi un po’ perché mi faceva tenerezza, vuoi perché la volevo consolare, le stavo sempre vicina. A capodanno 2008, il gruppo "etero" si era sciolto per i vari litigi, allora io e lei ci siamo trovate senza amici, cosi ho risentito un a mia vecchia conoscenza una ragazza che prima era etero e poi ho scoperto che si era messa con una ragazza, allorché mi ha chiesto di passare il capodanno con lei la sua ragazza e altri amici, e noi siamo andate. Li è successo che ho deciso di iniziare una storia con la mia migliore amica, quindi diventare qualcosa di più, forse per la circostanza, la situazione ecc. Il mio problema ora è che quando sono tornata dall'esperienza di animazione io ho risentito la prima ragazza di cui ero innamorata tantissimo e però ho rifiutato di tornare con lei per i miei genitori, perché avevo recuperato il rapporto con loro e non volevo più rovinarlo per una persona a cui sicuramente tenevo tanto e mi ero innamorata però avevo paura che finisse tutto di nuovo e allora non sarebbe servito a niente la partenza per l'animazione per dimenticarla. Così ora dico come ho rinunciato a stare con la persona che amavo per i miei ora non è giusto che io stia con quest’altra ragazza, lei dice di amarmi tanto e mi segue in tutto ciò che faccio. Ogni tanto mi viene il pallino di vestirmi con gli stivali, cosa che non ho mai fatto e da qui penso che voglio un ragazzo, però non so se lo voglio veramente o se sono i miei genitori che me l'hanno messo in testa, non riesco a capire se sono ancora innamorata della prima ragazza perché continuo tutt'ora a pensarci, non so se uscire con le mie ex amiche del calcio e frequentare quegli ambienti ma se vado in quei posti sto male mi viene l'ansia, invece per frequentare altri posti etero vestiti con gli stivali dovrei per forza andare con la ragazza di adesso a conoscere ragazzi, ma poi non so se è quello che voglio veramente.. per ora il mio pensiero è la scuola quindi studiare per raggiungere l'obiettivo, però sull'amore sono confusissima e tanto più sulle persone con cui uscire, mi sto chiudendo in casa con questa ragazza che mi sta sempre dietro e che non capisco veramente cosa voglio da lei se le voglio bene da amica, se mi sono innamorata però mi sento frenata dai miei allora voglio mettermi in testa che non la amo oppure se è solo un passatempo perché non so con chi passare le giornate non lo o non capisco più niente vorrei sapere un suo parere per cortesia se la mia confusione a cos'è dovuta perché ce l'ho se sono una ragazza depressa non so più niente! Aspetto con ansia una risposta gentilissimo grazie buona giornata.

Risposta dello psicologo

Cara Tiziana, prima di tutto vorrei dirle che ciò che mi colpisce è la eccessiva attenzione agli aspetti formali delle sue relazioni, per es. se esco con quel gruppo sono etero se esco con quell’altro sono omo. Definirsi solo per un aspetto della propria affettività (con chi faccio l’amore) è sempre un errore, alla sua giovane età è abbastanza comune avere o avere avuto esperienze omosessuali: questo non significa necessariamente che lei sia omosessuale. Piuttosto il continuo cambio di opinione basato sulle relazioni contingenti più che sulle sue effettive sensazioni e propensioni indica che è molto confusa su tutto ciò che riguarda la sua vita affettiva. Più che capire se lei è etero o omosessuale credo che, a questo punto, debba interrogarsi sul modo in cui si pone nelle relazioni amorose e affettive in generale (ad esempio le amicizie) per capire meglio quali siano le sue difficoltà. Ho pochi elementi per darle indicazioni sui motivi della sua confusione tuttavia potrei consigliarle di indagare se questo le accade solo nelle relazioni affettive o riguarda anche altri aspetti della sua vita: ad esempio se le capita spesso di affidarsi a pareri o giudizi altrui per prendere decisioni sulla sua vita, anche importanti. Cerchi di comprendere meglio se la confusione che regna sovrana nella sua vita affettiva è un aspetto specifico solo di quel campo della sua vita o se invece le stesse difficoltà le incontra anche in altri settori.
Mi sembra di capire che dai 15 anni lei non ha mai sperimentato una relazione amorosa soddisfacente e relativamente stabile, questo non significa che lei sia sbagliata, piuttosto dice che sta ancora cercando una sua identità chiara e definita: non si metta fretta, cerchi di comprendere meglio i suoi desideri, i suoi bisogni, cosa la fa soffrire negli altri, quali sono le sue risorse, i suoi pregi che la rendono amabile al mondo. In questo mare di confusione riparta da sé stessa per cercare un punto minimamente stabile e solo poi potrà riaprirsi agli altri senza paura di soffrire e far soffrire. Nella sua lettera troppo spesso il verbo decidere si accompagna al verbo amare, ma essere innamorati è uno stato emotivo che lei dovrebbe riconoscere e non imporsi. Insomma sia meno intransigente con se stessa e meno interpretativa dei suoi comportamenti, se vuole mettersi gli stivali o le scarpe col tacco forse significa solo che le piace quel tipo di indumento, niente di più o di meno. Da quello che scrive si intuisce un profondo malessere, per lettera certo non posso fornire diagnosi, sarebbe certamente immorale oltre che illegale, quindi non posso dirle se lei sia depressa oppure no. Provi a darsi del tempo per fare chiarezza dentro di sé sospendendo questo continuo fluttuare da una relazione all’altra. Non abbia fretta di capire chi è veramente, 21 anni sono veramente pochini per aver già capito tutto.
Se però sentisse che la sua sofferenza non le è più tollerabile le consiglio di chiedere il sostegno di uno psicoterapeuta che la potrà certamente aiutarla a fare maggiore chiarezza dentro di sé senza cercare di darle delle risposte che devono nascere da lei, consideri che la psicoterapia non è delegare a qualcun altro le risposte alle proprie domande, è anzi trovare nuove risposte attraverso una maggiore consapevolezza di sé stessi.
Sperando di esserle stata di aiuto la saluto con affetto
dott.ssa Barbara Marzioni.